Negli articoli precedenti abbiamo accennato a due principi fondamentali del T.A.: il concetto di rilassamento e della concentrazione passiva. In questo articolo vorrei invece descrivere un altro fenomeno molto interessante, intorno a cui orbitano tutte le tecniche ipnotiche e immaginative.
La nostra mente non è in grado di distinguere tra gli stimoli reali e quelli della fantasia.
Ecco subito un esempio che appartiene a tutti noi: appassionati o meno di film horror, ci sarà pur capitato di vederne almeno alcune scene. Noi, grazie al nostro senso critico, siamo assolutamente consapevoli che la storia è inventata, che gli attori stanno facendo finta, che il sangue è pomodoro e le teste che volano sono dei manichini…ma quel senso di disgusto, paura, fastidio è reale. La nostra mente elabora le informazioni come se quello che stiamo vedendo fosse realtà ed attiva in noi delle risposte emotive e fisiologiche adeguate e reali. Il pensiero critico e la logica non arrivano a tutti i livelli della mente e quello sopra descritto è un buon esempio.
Chi soffre di fobie, ansia e attacchi di panico sa bene che la reazione emotiva e fisiologica (battito cardiaco, respiro, temperatura corporea ecc) che vive e da cui è travolto non è adeguata alla situazione in cui si trova, ma non può sottrarsi. In casi come questi il senso critico e la logica non hanno voce in capitolo; inoltre sentirsi dire da qualcuno all’esterno “stai calmo non c’è niente di cui avere paura” non fa che peggiorare la situazione.
Un altro esempio alla portata di tutti è immaginare di prendere in mano un limone, sentirne la ruvidità della buccia, tagliarlo a metà con un coltello e sentirne l’odore, tagliarne una fetta e metterla in bocca….l’effetto di aumento di salivazione è immediato anche se il limone lo abbiamo assaggiato solo con l’immaginazione, con la fantasia.
Abbiamo creato una suggestione che ha attivato una risposta fisiologica e magari richiamato una memoria sensoriale rispetto al gusto del limone.
Questo fenomeno, nel Training Autogeno e nelle tecniche immaginative, si chiama ideoplasia termine proposto da A.Forel nel 1894, anni un cui in centro Europa l’ipnosi e la sua fenomenologia appassionavano medici e fisiologi.
Nel periodo di apprendimento del Training Autogeno, circa sette settimane, si lavora con questo fenomeno. Si impara ad attivarlo e si diventa abili così da creare una risposta emotiva e fisiologica forte che possa contrastare le risposte conseguenti alla fobia, il panico e l’ansia. Solo in questo modo si può “dialogare” in modo diretto con il disagio fobico e ansioso evitando di utilizzare il pensiero logico che abbiamo capito essere inefficace.
Questo per citare una delle applicazioni del t.a., ce ne sono molte altre.
In questo articolo abbiamo imparato:
- che a certi livelli della mente non è possibile distinguere tra la realtà e la fantasia.
- che gli attacchi fobici e di ansia non possono essere contrastati con la logica e la razionalità.
- il concetto di ideoplasia
Ho praticato del TA ca. 3/4 anni fà per un periodo di alcuni mesi. Debbo dire che non l’avevo acquisito molto come pratica di concentrazione passiva ma solo come rilassamento. Che effettuo ancora tuttora in alcuni momenti. Non sempre con successo.
Mi è rimasta una convinzione : che quando servisse veramente, cioè nei grandi stati d’ansia, ( che ho potuto provare in diversi momenti della vita), non sia possibile trarne un effettivo aiuto. Sbaglio?
Marco
Ciao Marco, grazie per il tuo commento.
Mi verrebbe da farti alcune domande per darti una risposta precisa, la prima è se hai imparato il t.a.da solo o con l’aiuto di un operatore e la seconda è se hai imparato il t.a. con il metodo di Shultz oppure una forma alternativa che però non ne rispetta i principi base quindi ottiene risultati diversi.
Secondo il metodo di Shultz, non è possibile distinguere l’effetto “rilassamento”, e qui trovi cosa si intende per rilassamento nel t.a. (https://www.sarademaria.it/introduzione-alla-pratica-del-training-autogeno-1/), dalla “concentrazione passiva”, una genera l’altra e per potenziare la prima occorre allenare l’altra. Se il tuo rilassamento riguarda esclusivamente i muscoli e la mente vaga senza meta e senza stare su un oggetto (nel nostro caso una formula) difficilmente sarai in grado di utilizzare questa competenza nel momento del bisogno.
Il t.a. appreso e allenato come da indicazioni permette di creare una risposta alternativa agli stati di ansia, è una risposta che parla lo stesso linguaggio emotivofisiologico dell’ansia. Quindi se negli anni abbiamo spontaneamente imparato a reagire con palpitazioni, respiro corto e paura di non avere una via d’uscita, dobbiamo imparare una reazione di pari forza ma intento contrario da “attivare” al bisogno, così che la nostra mente abbia una alternativa valida, piuttosto che tentare di contrastare le reazioni spontanee con il pensiero razionale, cosa che si rivela non efficace. Questo accade se ci si è allenati bene. Ci sono volte in cui funziona di più e volte in cui funziona di meno, persone che hanno molti benefici altri meno….però di base funziona da quasi 100 anni. Spero di avere un pochino dipanato i dubbi.
Come è difficile comandare e rezionalizzare le proprie emozioni !!
Da qui in poi si inizia a comprendere il rifugio nelle religioni ed il misticismo. Mettere tutto nelle mani di una entità onnipotente può aiutare in certi casi…………….
(Sò che oggi eri in cima a Monte Cuneo)
Ciao
Eh sì!